Il gianduiotto è uno dei dolci più amati e conosciuti in Italia, ma pochi conoscono la sua affascinante storia e le sue vere origini.
In questo articolo esploreremo le radici di questo squisito cioccolatino, scoprendo la sua nascita a Torino nel XIX secolo e le influenze culturali e gastronomiche che hanno contribuito a plasmarlo.
Scopriremo anche come il gianduiotto sia diventato un simbolo della tradizione dolciaria piemontese e come sia riuscito a conquistare il palato di tanti appassionati di cioccolato in tutto il mondo.
Storia e curiosità del gianduiotto di Torino
A prima vista potrebbe sembrare un normale cioccolatino, ma basta aprirlo per riconoscerne l’odore e la caratteristica forma a barchetta rovesciata, tipica di uno dei cioccolatini più amati di sempre sia dagli adulti che dai bambini. Sto parlando del famoso gianduiotto di Torino, conosciuto in dialetto come “giandojòt“.
Esploriamo la storia e le curiosità di questo delizioso cioccolatino torinese!
La leggenda del continente bloccato
Si racconta che il gianduiotto abbia avuto origine durante il blocco continentale del 1806 imposto da Napoleone. In quel periodo, il cacao era difficile da reperire e molto costoso. Si narra che molti cioccolatieri in Piemonte, tra cui Michele Prochet, iniziarono a produrre cioccolato sostituendo parte dell’impasto con nocciole, un prodotto tipico e abbondante nelle colline della regione.
Ma è veramente accaduto in questo modo? Non si può dire con certezza. Tuttavia, è innegabile che l’invenzione di una macchina per la produzione industriale del cioccolato da parte di Giovanni Martino Bianchini abbia giocato un ruolo significativo nella creazione di ciò che oggi conosciamo come gianduiotto.
“Givu” l’altro nome del gianduiotto
L’arrivo di Pierre Paul Caffarel a Torino nel 1832 porta a un cambiamento significativo nel mondo del cioccolato. Insieme al chocolatier Michele Prochet, Paul Caffarel fonda la Caffarel Prochet & C. e, come molti altri pasticceri e chocolatier dell’epoca, sostituisce parte del cacao con nocciole delle Langhe, abbondanti nella regione a causa del caro prezzo del cacao. Ma la loro innovazione non si ferma qui: perfezionano l’impasto macinando e tostando finemente le nocciole, creando così il “givu” (ovvero il mozzicone, ma da interpretare come bocconcino), l’antenato del gianduiotto. Il debutto ufficiale del celebre cioccolatino torinese avviene nel Carnevale del 1865: in quell’occasione, una maschera tipica piemontese chiamata Gianduja distribuiva i famosi cioccolatini alla gente in festa, che da quel momento furono chiamati gianduiotti.
Come si produce il gianduiotto
Ci sono due modi per produrre il classico gianduiotto:
- Estrusione: Questo metodo si avvicina di più a quello manuale, poiché il gianduiotto viene versato su piastre senza l’uso di stampi. Il processo produttivo avviene con macchine specificamente progettate per questo.
- Concaggio: Questo metodo è più industriale e utilizza stampi, insieme a una minore percentuale di cioccolato.
I gianduiotti in cucina
Probabilmente non ci hai mai pensato, ma i gianduiotti possono essere dei preziosi alleati in cucina quando si parla di dolci. Puoi preparare una torta con ripieno di gianduiotti, dei morbidi saccottini con cuore di gianduia, o addirittura una deliziosa cioccolata calda al gianduia!
Conclusioni
Il gianduiotto è un’iconica delizia cioccolatiera che ha radici profonde nella storia e nella cultura piemontese. La sua ricetta segreta e il suo gusto irresistibile lo rendono un simbolo di eccellenza gastronomica italiana. Conoscere le sue origini ci permette di apprezzare ancora di più questo squisito cioccolatino e di comprendere il suo significato culturale e storico.